I punti sono tratti da: Luís Aranguren Gonzalo (2010) La nuova orbita della partecipazione sociale. Piattaforma 2015 e altro, Madrid.
La partecipazione sociale è fine a sé stessa. È un valore che dalla sua attuazione promuove il bene comune e la giustizia. Partecipare è guardare l’altro e aprirsi a uno spazio di alleanza reciproca e non di inimicizia.
La partecipazione comporta il passaggio dalla lamentela, dall’apatia e dalla frustrazione a un atteggiamento positivo e costruttivo: le cose possono cambiare.
La partecipazione implica la distribuzione del potere e delle responsabilità e la democratizzazione dei processi.
La partecipazione sociale implica l’immersione in un processo di azione collettiva: sommare le volontà. In quanto tale, si tratta di un processo educativo, che cresce attraverso la credibilità.
La partecipazione comporta una metodologia di lavoro che nasce da esperienze di sviluppo comunitario: diagnosi della realtà, priorità di intervento, piano d’azione programmato e valutazione.
La partecipazione sociale richiede la collaborazione di altre organizzazioni e gruppi. L’implementazione di reti e piattaforme facilita gli spazi di partecipazione e cerca di ottenere risultati migliori.
La partecipazione sociale coinvolge molte forme di azione: volontariato locale, rivendicazioni collettive, scritti alle istituzioni governative, manifestazioni, incontri, comunicazione con i vicini, ecc.
La partecipazione sociale è una forma di influenza politica. Non facciamo politica di partito, ma dalla società civile organizzata costruiamo ponti di proposte o richieste verso le diverse Amministrazioni Pubbliche.
La partecipazione è spesso un’esperienza procedurale, che tende a progredire da fasi di partecipazione più simboliche o meno vincolanti verso una partecipazione più piena e utile, con esperienze di potere distribuito.